LA CADUTA E LA TRASCENDENZA

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

LA CADUTA

Valentino, maestro dello gnosticismo ed ispiratore di questa nostra Fratellanza, presenta una complessa visione cosmica che interseca filosofia e poesia. Un passo cruciale del suo pensiero è il seguente logogrifo:
“Vedo in spirito che tutto è sospeso, osservo in spirito che tutto viene trasportato: la carne è sospesa all'anima, l'anima è trasportata dall'aria, l'aria è sospesa all'etere, frutti provengono dall'abisso (Bytho), un infante proviene dall'utero.”
Ippolito fornisce questa interpretazione:
«La carne è la materia, dipendente dall'anima del Demiurgo; quest'anima è sollevata dall'aria, vale a dire il Demiurgo è sostenuto dallo spirito, che è fuori del pleroma; l'aria a sua volta è retta dall'etere, ciò vuol dire che la Sofia esteriore è soccorsa dalla Sofia che è dentro il Termine, e in genere da tutto il pleroma; infine da Bytho nascono i frutti si capisce cosa voglia dire, quando si sa che Bytho è la progenie completa degli eoni, germinata dal Padre» (Phil., VI, 37).
Questo enigmatica rappresentazione illustra il dramma cosmico della caduta pneumatica e la degenerazione dello Spirito in Materia.
La cosmogonia di Valentino descrive un Pleroma, una totalità di trenta eoni (entità spirituali sovrasensibili), organizzati in coppie (syzygie o sigizie). I primi due eoni sono Bythos (il Profondo) e Silenzio, che generano Conoscenza e Verità. Da questi nascono Logos e Vita, e poi Uomo e Chiesa. Da Logos e Vita scaturiscono dieci eoni, e da Uomo e Chiesa dodici, per un totale di trenta eoni divisi in un'ogdoade (otto eoni), una decade (dieci eoni) e una duodecade (dodici eoni).
Il trentesimo eone, Sophia, desidera conoscere Bythos, ma il suo desiderio inappropriato causa la sua espulsione dal Pleroma. L'errore di Sophia la divide in due entità: la Sophia rettificata, riammessa nel trentesimo cielo, e Achamoth, confinata fuori dal Pleroma. Achamoth tenta di ascendere al Pleroma ma viene fermata dall'eone Limite, generando il mondo psichico da cui emerge il Demiurgo, creatore del mondo sensibile e degli enti come l'uomo e gli Arconti.
Il Demiurgo, creatore di tutti gli esseri psichici e ilici, risiede sopra i sette cieli, associati ad angeli:
«Dicono che il Demiurgo è diventato padre e dio degli esseri esterni al Pleroma, essendo creatore di tutti gli esseri psichici e ilici. (...) Così fece sette cieli, al di sopra dei quali egli risiede. (...) i sette cieli sono intelligibili, e suppongono che siano angeli: anche il Demiurgo è un angelo, ma simile a Dio. Analogamente affermano che anche il paradiso, che è sopra il terzo cielo, è per potenza il quarto angelo e che da lui ha preso qualcosa Adamo, che è stato in esso.» (Ireneo, Adversus Haereses)
Achamoth trasmette al Demiurgo il potere del Pleroma, permettendogli di modellare la materia:
«Il Demiurgo credeva di creare da sé tutte queste cose, mentre, invece, le faceva per impulso di Achamoth: così egli fece il cielo non conoscendo il cielo, plasmò l'uomo ignorando l'uomo, fece apparire la terra ignorando la terra.» (Ireneo, Adversus Haereses)
Il Dio creatore, venerato dagli uomini senza conoscenza, è l'ombra del "Dio che non è" di Basilide e Valentino, non creatore né causa del Male. Questo Dio occulto non ha somiglianza con la creazione.
Il mondo materiale è imperfetto a causa delle debolezze di Achamoth, madre ancestrale. La cosmogonia di Valentino distingue tra un mondo spirituale perfetto e un mondo sensibile imperfetto. Tuttavia, l'opposizione tra questi mondi è temporanea e destinata ad essere riassorbita. L'ignoranza, causata da emozioni come l'eros di Sophia e l'arroganza del Demiurgo, è una mancanza parziale di Conoscenza e quindi potenzialmente correggibile. Quando il processo gnoseologico, individuale e mai universale, sarà completato, il prolasso psichico sarà progressivamente riassorbito.

LA TRASCENDENZA


L'uomo gnostico cerca di travalicare i limiti della ragione e della percezione sensoriale, ma non riesce a procedere oltre la mera constatazione della falsità di questo mondo. Il titanismo interiore dell'uomo gnostico lo spinge a combattere contro le limitazioni della sua esistenza, in una lotta epica e incessante contro le forze arcontiche che lo tengono prigioniero in una realtà illusoria e ingannevole. Questo titanismo non è solo una ribellione contro il mondo esterno, ma è soprattutto una battaglia interna, una sfida contro le proprie paure, debolezze e contro le catene invisibili che legano l'anima alla materia corrotta.

La drammatica consapevolezza della propria caduta porta l'anima a un confronto epico, dove il ricordo struggente della sua dimora natia – il pleroma, il mondo divino della pienezza e della luce – si scontra con lo squallore della sua attuale condizione. È un'epica lotta tra luce e oscurità, tra verità e inganno, che si svolge sul campo di battaglia dell'interiorità umana. Questo dramma interiore si manifesta in odi di commiserazione e disperazione, come quelle espresse nella Pistis Sophia, dove l'anima chiede con impellente urgenza un soccorso sovrumano, una gnosi liberatrice che possa guidarla fuori dall'oscurità.

In questo contesto, la gnosi non è solo conoscenza, ma una forma di salvezza, una rivelazione che deve venire dall'alto per risvegliare l'anima addormentata e incatenata. Le forze arcontiche, guardiani del mondo materiale, cercano incessantemente di mantenere l'anima nell'ignoranza e nella schiavitù, ma l'uomo gnostico, attraverso il titanismo interiore, cerca di infrangere queste catene. La sua ricerca della gnosi diventa quindi un'epopea, una saga eroica di riscatto e liberazione, dove l'anima deve affrontare prove, tentazioni e sofferenze, per ritrovare la via verso la sua vera patria.

Il viaggio dell'uomo gnostico è dunque una vera e propria odissea spirituale, un percorso arduo e pericoloso che richiede coraggio, perseveranza e una fede incrollabile nella possibilità di redenzione. La richiesta di soccorso non è solo una preghiera, ma un grido di battaglia, un invocazione di forza e luce per sconfiggere le tenebre. In questa lotta epica, ogni atto di conoscenza è un atto di ribellione, ogni rivelazione è una vittoria, e ogni passo verso la gnosi è un passo verso la libertà.

L'epica lotta dell'uomo gnostico contro le forze arcontiche e il titanismo interiore rappresentano quindi non solo una sfida personale, ma un simbolo universale della condizione umana, della ricerca di verità e del desiderio di trascendere i limiti dell'esistenza materiale. È una battaglia senza fine, dove la speranza di redenzione e la consapevolezza della propria divinità innata guidano l'anima verso il suo destino ultimo di ritorno alla luce

Il percorso gnostico implica quindi un viaggio di conoscenza interiore e di risveglio spirituale. Attraverso la gnosi, cioè la conoscenza intuitiva e trascendentale, l'individuo può riscoprire la propria natura divina e riallacciare il legame con l’Essere supremo, superando l'illusione e le limitazioni imposte dal Demiurgo e dalla Creazione materiale.

In questo quadro, i rapporti tra l’Uomo, la Creazione, il Demiurgo e l’Essere sono caratterizzati da un'intrinseca disarmonia. La Creazione non è il riflesso perfetto dell’Essere, ma un'ombra distorta e imperfetta. L’Uomo, dotato di una scintilla dell’Essere, deve navigare attraverso questo mondo imperfetto, riconoscendo la propria prigionia e cercando la via per la liberazione spirituale.

Lo gnosticismo storico, quindi, si distingue per la sua visione critica della Creazione e del Creatore, e per la sua enfasi sulla necessità di una conoscenza superiore per raggiungere la vera illuminazione e la riconciliazione con la fonte spirituale suprema.

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